Recentemente, la Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione ha emesso l'ordinanza n. 14377/2024, affrontando un tema cruciale per i proprietari di unità immobiliari in condominio: la legittimità delle delibere condominiali approvate a maggioranza che limitano l'esercizio della proprietà individuale.
Punti salienti dell'ordinanza:
Nullità delle delibere non unanimi: La Corte ha stabilito che le delibere condominiali che introducono divieti o limitazioni significative, approvate senza l'unanimità necessaria, sono da considerarsi nulle. Questo include, ad esempio, l'introduzione di nuovi articoli nel regolamento condominiale.
Divieti su attività private: È stato evidenziato che la delibera in questione, che imponeva restrizioni su lavori di manutenzione e giardinaggio, andava oltre i diritti di gestione della proprietà individuale, incidendo sulla libertà di utilizzo di parti esclusive dell'edificio.
Richiamo alla giurisprudenza pregressa: La Cassazione ha citato sentenze precedenti che affermano come il regolamento condominiale possa limitare l'uso delle proprietà esclusive solo se tali limitazioni sono chiare e inequivocabili. L'esigenza di un'intenzione manifesta è fondamentale per evitare interpretazioni ambigue.
Interpretazione restrittiva: La Corte ha sottolineato che l'interpretazione delle norme che limitano le facoltà di godimento delle proprietà deve essere restrittiva, evitando applicazioni estensive che potrebbero danneggiare i diritti dei condomini.
In conclusione, la pronuncia della Corte di Cassazione rappresenta un'importante tutela per i diritti dei singoli condomini, ribadendo che le delibere che incidono sulla proprietà individuale devono essere approvate all'unanimità per essere valide. Questo orientamento giurisprudenziale mira a proteggere la libertà di utilizzo delle proprietà private all'interno di un condominio.
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